N° 26

 

SUPERPATRIOTI

 

(PARTE PRIMA)

 

 

BIANCO, ROSSO E BLU

 

Di Carlo Monni

 

 

PROLOGO

 

 

            Il suo nome, il suo vero nome, non ha importanza, quello che importa adesso è il nome che porta quando indossa il costume rosso, bianco e blu. Lui è l’ultimo in una linea di eroi che hanno scelto di portare il peso di essere il simbolo di quanto c’è di buono nel suo paese, gli Stati Uniti d’America, il simbolo dei valori, degli ideali, delle aspirazioni di coloro che fondarono questa nazione oltre due secoli fa. Lui non lavora per i governi, anche se l’ha fatto in passato e continuerà a farlo quando sarà necessario, lavora per la gente, per il popolo di questo grande paese. Coloro che lo hanno preceduto hanno sempre fatto del loro meglio. Alcuni sono caduti nell’adempimento del dovere, altri hanno deciso che non era la loro strada, tutti hanno perseguito il sogno, Ora tocca a lui. Ci sono stati momenti in cui non si è sentito all’altezza, in cui ha pensato di non essere degno, ma ora, mentre è circondato da orde di nemici e tiene ben saldo il suo scudo, il ragazzo non pensa a questo. Ora, lo sa bene, è il momento di dimostrare a loro, più che a se stesso, di essere degno del sogno, degno di combattere per esso. Intorno a se ha più di dodici uomini armati. Non ha importanza, combatterà e vincerà. Dopotutto lui è Capitan America..

           

 

1.

 

 

            Il luogo lo abbiamo già visto altre volte, è una sala in penombra al cui centro sta un tavolo, circolare, così che nessuno dei presenti si senta in posizione d’inferiorità rispetto agli altri. Quanto ai presenti, sono uniti dal comune credo nella più spregevole ideologia che sia mai stata concepita nel XX Secolo o negli altri, se è per quello. I loro nomi? Il Seminatore d’Odio: nel suo corpo clonato dalle sue cellule risiede la coscienza nientemeno che di Adolf Hitler e questo basta a spiegare tutto su di lui; il suo scopo è quello di sempre, solo i mezzi sono diversi, ma non poi tanto. Il Teschio Rosso era il suo spietato agente durante il Terzo Reich, plasmato dai suoi insegnamenti, ma ora l’allievo ha, forse, superato il maestro.  Wolfgang Barone Strucker, uno spietato Junker Prussiano, feroce comandante di un reparto d’elite durante la Seconda Guerra Mondiale, ricopre il ruolo di Supremo Hydra, il Capo della più spietata ed organizzata forza terroristica del mondo. Helmut XIII Barone Zemo è il degno erede del genio scientifico e della malvagità del padre ora defunto0uno dei più spietati criminali di guerra nazisti. La vera identità dello Scienziato Supremo dell’A.I.M. è ignota a tutti, tranne agli altri uomini seduti a quel tavolo. Ognuno di loro è a capo di una sua organizzazione il cui fine ultimo è il dominio sul mondo, insieme hanno unito le loro forze in un cartello che coordina le loro azioni. Nessuno, a parte loro stessi ed una manciata di fidati luogotenenti, è al corrente di quest’accordo segreto e nemmeno gli stessi aderenti a ciascuno dei loro eserciti privati ne sospettano l’esistenza e, tantomeno, di essere manovrati come pedine di un piano molto più complesso, parti di una ragnatela invisibile.  Oggi a quel piano sarà aggiunto un ulteriore tassello.

Strucker si alza in piedi e parla:

-Camerati, ho il piacere di annunciarvi che l’ultimo membro del nostro consesso è finalmente pronto ad unirsi a noi. Da molto tempo, ormai, si è assunto il compito di coordinare i nostri agenti infiltrati nei gangli vitali della politica e dell’economia dei governi mondiali, in particolar modo quello degli odiati Stati Uniti d’America. Un compito che si è assunto volentieri, guidando una rete di agenti che ignorano l’esistenza gi uni degli altri e ricostruendo un’organizzazione di antica tradizione che altri avevano usurpato ed usato per i loro fini, arruolando perfino membri delle razze inferiori. Com’era giusto che avvenisse, sono stati sconfitti ed ora lui può prendere il suo giusto posto tra noi.  Accogliete… il Numero Uno dell’Impero Segreto!-

            Nella sala avanza una figura avvolta in una tunica rossa che l’avvolge da capo a piedi. All’altezza del petto e sulla sommità del cappuccio è inciso il numero 1 in caratteri romani.  Con calma si siede nell’unica poltrona libera, tra Strucker e Zemo.

-È un piacere averti tra noi.- commenta il Seminatore d’Odio –Ora i nostri ranghi sono completi e tutto è come doveva essere. I molti sono uno ed insieme adempiremo al nostro destino, un destino di dominio e di vittoria.-

            Il Teschio Rosso aspira una lunga boccata di fumo dal suo bocchino, poi scuote con noncuranza la cenere della sigaretta e dice:

-Sehr Gut, ora passiamo agli affari. Abbiamo molto di cui discutere, giusto?-

            E quelle semplici parole, pronunciate dalla sua voce sinistra sono il preannuncio di una tempesta.

 

            Sembra una bella giornata e Jeff Mace si risveglia come ogni mattina alle sei in punto, si mette una tuta ed esce, cominciando, quindi, a correre lungo l’isolato. Come sempre, Brooklin Heights ha un’aria strana a quest’ora, non esattamente addormentata, ma nemmeno del tutto sveglia. Gli piace questa città e gli piace questo quartiere. Qui è più vicino alla gente vera, quella che vive e lavora sodo tutto il giorno, con problemi come l’affitto od il mutuo della casa da pagare, il costo della vita o problemi più spiccioli come il rendimento scolastico dei propri figli e cose così. Per loro l’abbattimento di un sanguinario dittatore straniero è qualcosa di lontano, appartenente ad un altro mondo, quello dove si muovono creature vestite di costumi sgargianti ed attillati, che vivono al di sopra della folla, senza i problemi della gente comune. Se solo sapessero… se comprendessero che sotto quelle maschere ci sono esseri umani, uomini e donne proprio come loro, con le stesse gioie, le stesse ansie e spesso gli stessi problemi e chissà che il mettersi quei costumi, coprirsi il volto con delle maschere non sia un modo per nascondere le proprie insicurezze, per far finta essi stessi di non essere così umanamente fragili? Troppe domande e nessuna vera risposta, ma forse non c’è davvero una risposta o non ha senso cercarla. Alla fine, Jeff rientra nel suo appartamento e, dopo una doccia veloce, è pronto ad affrontare la giornata. È appena uscito sul pianerottolo, che si fa avanti la sua vicina, l’anziana Anna Kapplebaum, che lo saluta sorridente:

-Buongiorno, Jeff, ti unisci a noi per colazione?-

-Volentieri Mrs. Kapplebaum, arrivo.-

            Anna è un po’ la madre di tutti nel palazzo, nel suo caso, forse, sarebbe più corretto dire, la nonna. Certo, a volte può sembrare un po’ invadente, ma basta ricordarsi che lo fa per affetto sincero e non è una cosa da trascurare di questi tempi.

 

            Un altro luogo nascosto, una sala con dei monitor e due persone al suo interno: un uomo ed una donna. La donna indossa una guepiere violetta il cui design ricorda la famigerata uniforme del Barone Zemo, il suo volto è coperto sino all’altezza delle labbra da un velo che ricorda, appunto la maschera di Zemo. Si fa chiamare La Baronessa. L’uomo di fronte a lei è anche lui in costume, la maschera ricorda la testa di una tigre e lo chiamano Tigre Volante. Entrambi stanno seguendo le ultime notizie sui più recenti exploit dei Vendicatori.[1]

-Notizie interessanti, vero?- dice la donna.

-Bah, supereroi.- ribatte la Tigre Volante –Preferirei non parlare di quel surrogato dell’unico, vero Capitan America e dei suoi alleati e concentrarmi su cosa faremo noi. Sono stufo di stare nascosto a girarmi i pollici.-

-Tranquillo, amico mio.- replica la Baronessa –Avrai presto tutta l’azione che vuoi e non ti pentirai di essere rimasto con me dopo la tua fuga dal Tribunale.- [2]

-Intanto hai perso il tuo Quartier Generale.-[3]

-Un semplice contrattempo. Peccato per la fuga di quella Riordan, ma non intralcia i miei piani, in fondo, e ci sarà tempo in abbondanza per regolare i conti con lei, perché un giorno c’incontreremo ancora e solo una di noi due ne uscirà viva e non sarà lei.-

            Il tono della Baronessa è inquietante e la Tigre Volante si chiede se non sia un po’ pazza, ma non gli importa in fondo, la seguirà finche gli farà comodo e poi riprenderà la sua strada, ha ancora in mente quell’avvocatessa militare, Elizabeth Mace.Uno di questi giorni le farà una visita, proprio così. Sotto la sua maschera la Tigre Volante sorride.

 

 

2.

 

 

            Essere il simbolo del proprio paese, un supereroe impegnato nel salvare il mondo almeno una volta alla settimana ed al contempo mantenere un’identità segreta non è certo una cosa facile e Jeff Mace ne sa qualcosa. In questi giorni non ha avuto molto tempo per pensare alla sua vita privata ed è un male perché, nonostante tutti i doveri che comporta la maschera, non può e non vuole permettersi di trascurarla. Negli ultimi tempi ha saltato diverse lezioni del corso di Giornalismo che frequenta all’Empire State University e questo potrebbe costargli caro alla fine Non è stato piacevole essere convocato dal Preside per un discorsetto di circostanza che significava, in sintesi: “Datti da fare o sarai bocciato”. Per Jeff sarebbe dura da mandar giù, dopotutto l’idea del Master in giornalismo è stata sua e se fallisce…i suoi genitori non la prenderebbero bene, questo è certo, e ci sarebbero i paragoni imbarazzanti con sua sorella Elizabeth che ha bruciato le tappe ed a 25 anni è sia avvocato, che Capitano dei Marines. Beh è lei il genio della famiglia, lui è solo un ragazzo normale. Si, certo, un ragazzo normale che ama vestirsi in bianco, rosso e blu e mettersi nei guai. E per cosa, poi? Per una nazione ingrata pronta a rivoltarglisi contro al primo soffiar di vento? Ma come ha fatto Rogers a resistere per tutti questi anni? La risposta gli viene facile: c’è qualcosa in questo lavoro, chiamalo senso del dovere o forse è solo una forma d’intossicazione, ma ti entra dentro e non puoi sfuggirgli per quanto ci provi.

            Le considerazioni che Jeff sta facendo sono interrotte quando nel suo campo visivo entra una ragazza alta bionda e dal fisco atletico.  Si ricorda di lei, l’ha già vista un altro paio di volte al “Caffè a go go”, ma non sa come si chiami. Così studia anche lei all’E.S.U.? Buono a sapersi.Ma chi vuol prendere in giro? Non troverà mai il coraggio di fermarla e parlarle. Quando si tratta di donne è decisamente timido ed imbranato. Il che gli ricorda improvvisamente che ha promesso una cosa a Wasp ed è meglio che si avvii al Palazzo dei Vendicatori e non come Jeff Mace, ma come Capitan America.

 

            Robbie Baldwin agita una mano davanti agli occhi di Cathy Webster.

-Terra a Cathy Webster, sei sempre con noi?-

-Oh sì. Scusa, Robbie, ero immersa nei miei pensieri.-

-Uhm, secondo me ti sei distratta a guardare quel marcantonio biondo che è appena passato e ti sei dimenticata dell’altro bel biondone che hai al fianco. Forse dovrei essere un po’ geloso.-

-Oh non scherzare Robbie. Non so nemmeno chi sia, l’ho solo visto due volte al “Caffè a go go”.-

-Ma te le ricordi bene, vedo. Ok, ho capito, sto zitto.-

-Sarebbe una grande novità per te. Ora scusami, ma sto facendo tardi alla lezione.-

            E Cathy Webster, segretamente l’eroina chiamata Spirito Libero, si avvia verso la sua aula, ignara che i disegni del destino la porteranno ad incrociare il suo cammino con quello di Jeff Mace in un’avventura che metterà in gioco le loro stesse vite.

 

            Falls Church, Virginia. Nel suo ufficio nella sede del J.A.G. della Marina, il Capitano dei Marines Elizabeth Mary Mace, sorella del citato Capitan America, sta riflettendo. Non ha detto a nessuno della strana telefonata che ha ricevuto qualche giorno fa in cui una voce di donna, che sembrava quella di sua sorella Roberta, scomparsa da mesi, chiedeva il suo aiuto. Inutile allarmare inutilmente i suoi genitori o suo fratello, senza essere sicura di niente.Per quanto, forse le attrezzature dei Vendicatori avrebbero potuto essere utili per… per cosa? Senza sapere nemmeno cosa cercare? Beh almeno una cosa la sa adesso: sua sorella è viva ed è stata rapita. O almeno questo è quello che spera: che quella fosse veramente la voce di Roberta e non un macabro scherzo. No, dev’essere così, non può permettersi di pensarla diversamente. Ma se è stata rapita… da chi e perché? È legato alla carriera politica di suo padre? O, pensiero appena un po’ più inquietante, qualcuno sa quel che non dovrebbe sapere e cioè che Jeff Mace III è il nuovo Capitan America? Finora a saperlo sono in pochi e fidati, ma, per quanto pochi siano, sono sempre abbastanza perché l’informazione possa essere trapelata mettendoli tutti in pericolo. Calma, deve cercare di non essere paranoica.

Lo squillo del telefono la fa sussultare.Mentre risponde Lizzie sente una sottile sensazione di pericolo.

<<Buongiorno Capitano Mace.>> la voce è fredda, impersonale, ha qualcosa di artificiale, come se fosse filtrata da qualcosa. Nessuna sfumatura, nessun accento, solo una voce e le dà i brividi.

-Chi è lei?-chiede Lizzie inquieta.

<<Sono l’uomo che può dirle che fine ha fatto sua sorella Roberta.>>

-E lei che ne sa? L’ha rapita Lei? Perché? Se non parla io…-

<<Calma Capitano, abbia pazienza e saprà tutto quel che le preme sapere.  La ricontatterò presto.>>

            Il lieve rumore di uno scatto e la comunicazione termina, lasciando che la sensazione di inquietudine di Lizzie cresca.

 

 

3.

 

 

            Il suo nome, o meglio il nome con cui è conosciuto, è Jack Daniels. Ufficialmente è un agente del Federal Bureau of Superhuman Affairs, più brevemente F.B.S.A., incaricato di dare la caccia ai supercriminali fuggiaschi. È raro vederlo così: in maniche di camicia, con la cravatta slacciata, mentre sorseggia un bicchiere d’acqua presa al distributore automatico e guarda fuori dalla finestra, immerso nei suoi pensieri ed osservando un panorama vulnerato dai fatti dell’11 settembre. Quali che siano i suoi pensieri, siamo destinati a non saperli, almeno non adesso, perché la sua attenzione viene distratta da una notizia che arriva da un monitor sintonizzato su un canale di notizie 24 ore su 24. L’espressione di Jack si fa sempre più attenta, la mascella si serra in un’espressione determinata, mentre prende una decisione,

            L’Agente Speciale Allie Magruder pensa che ci sono cose peggiori al mondo che far coppia con Jack Daniels, anche se ci sono volte in cui un muro di pietra mostra più emozioni di lui. A livello d’espressività gli ricorda a volte quell’attore che faceva Ivan Drago in “Rocky IV”, com’era che si chiamava? Beh, chi se lo ricorda? Comunque, forse era più espressivo. Non che Jack sia un cattivo partner, sa essere molto efficiente, ma anche molto misterioso. Ci sono dei momenti in cui sparisce per giorni interi e poi riappare senza una spiegazione. È evidente che c’è qualcosa dietro o forse ha amici molto potenti nelle alte sfere, dicono che esca con una che è stata un vero pezzo grosso del Governo. Riflettendo su questo, Allie rientra in ufficio e dice:

-Ehi Daniels, ho appena sentito di un avvistamento del Superpatriota a Midtown, forse dovremmo…-

            Non completa la frase: Jack Daniels è scomparso. Eppure l’aveva lasciato in ufficio. Dove può essere andato a finire in così poco tempo, lasciando, per giunta, la giacca sull’attaccapanni?

 

            È alto e massiccio; impossibile stabilire se la sua stazza è dovuta al costume che indossa o è naturale, magari aumentata artificialmente per mezzo di qualche processo quasi certamente illegale. Indossa un costume prevalentemente rosso e blu, con decorazioni bianche ed una stella disegnata sul petto e sul cappuccio che gli copre la parte superiore del volto. Si fa chiamare Super Patriota e nessuno ha idea di chi sia. È comparso per la prima volta durante un’azione terroristica del gruppo U.L.T.I.M.A.T.U.M. ed ha sconfitto con facilità gli accoliti presenti.[4] In seguito ha fatto una manciata di altre apparizioni, qualificandosi chiaramente come rappresentate di un patriottismo cieco e reazionario. I suoi metodi sono sbrigativi e brutali e spesso incuranti delle conseguenze per gli innocenti. Forse ai suoi stessi occhi è un eroe, ma non sono molti a pensarla così.

            Prendiamo, ad esempio, il caso attuale: forse gli uomini che ha appena abbattuto sono davvero gli aderenti ad una cellula terroristica araba o forse no, ma credete che a lui importi davvero? Li ha inseguiti per le strade di New York e li ha cacciati senza pietà. Uno di loro è stato sbattuto sulla traiettoria di un camion in corsa ed ora ha numerose fratture e lesioni interne, forse non vedrà la notte, ad un altro ha spezzato entrambe le braccia con disinvoltura e quanto al terzo, è stretto contro un muro, annaspando in cerca d’aria, mentre una mano ferrea gli stringe la gola ed una voce spietata gli chiede:

-Dimmi perché non dovrei spezzarti il collo.-

-Perché lo dico io.-

La voce stentorea è accompagnata dal lancio di uno scudo, che passa a pochi millimetri dal naso del Super Patriota senza sfiorare né lui, né il suo prigioniero, ma costringendolo, comunque, a mollare la presa. Lo scudo descrive un arco e poi torna nella mano di chi l’ha lanciato.

-Capitan America?- esclama il Super Patriota.

-Ti piacerebbe.- è la risposta di U.S.Agent –Io sono molto più duro. Sei ricercato per multiple violazioni della legge federale, ti arrendi pacificamente o devo farti inghiottire tutti i denti?-

            Un sorriso si dipinge sul volto del Super Patriota

-Non mi arrenderò mai ai traditori come te.- risponde.

-È proprio quello che speravo che rispondessi.- è la replica di U.S.Agent, mentre si getta su di lui.

 

            Ti chiami Capitan America ed è un ruolo che prevede molte responsabilità, sei anche un Vendicatore e pure questo ruolo comporta molte responsabilità, ma nessuno ti aveva mai detto che tra i tuoi compiti c’era anche quello di fare da baby sitter ai nuovi arrivati.

-Io dovrei fare cosa?- esclami sconcertato.

-Solo dare un’occhiata alla nostra vecchia amica Rachel Leighton, l’originale Diamante, oggi membro dei Thunderbolts col nome di Miss America, replica Occhio di Falco.

-Ma… per quanto ne sappiamo, era lei che nei panni di Snapdragon era alleata di Superia nel suo folle piano di conquista del mondo.-[5]

-Infatti.- è il commento di Wasp -Lei non ne parla e noi Vendicatori abbiamo giurato di rispettare la privacy dei nostri membri ed alleati. Un giorno ce ne parlerà lei, se vorrà. Tuttavia abbiamo deciso che, se non è in missione col suo gruppo, dovrà essere accompagnata da uno di noi ad ogni sua uscita in costume.  Stavolta è toccato a te.-

-Capisco, non dico che mi piace, ma lo farò. Piuttosto: le avete detto che assumere l’alias di Miss America potrebbe dar fastidio ai vecchi sopravvissuti tra gli eroi della Seconda Guerra Mondiale o dei loro discendenti. La Trottola e Miss America, quelli veri voglio dire, hanno un figlio, giusto?-

-Tu dici che Nuklo potrebbe risentirsi perché Rachel non ha chiesto il suo permesso prima di usare il costume ed il nome di sua madre? Per non parlare di Delroy Garrett[6] con quelli di suo padre? Confesso che non ci avevo pensato.- interviene Occhio di Falco.

-Beh, avreste dovuto.- è la tua secca replica –Beh adesso, forse sarà il caso che faccia il mio lavoro, se volete scusarmi…-

            Mentre esci, non puoi sentire il dialogo tra Wasp ed Occhio di Falco.

-Dici che se l’è presa?- chiede la donna.

-Gli passerà.- replica Occhio di Falco –So cosa si prova nella sua situazione ed il vecchio Cap mi avrebbe messo in riga alla prima protesta, lui non ha nemmeno realmente protestato in fondo.-

-Mi preoccupa un po’ quel suo accenno ai supereroi della Seconda Guerra Mondiale. Ho come avuto l’impressione che sapesse più di quanto ci ha detto. Chiamami paranoica, ma comincio a pensare che, quando abbiamo permesso quel cambio di nomi, abbiamo agito troppo affrettatamente e senza valutare a fondo tutte le possibili conseguenze.-

-Bah, che vuoi che succeda? Arriverà qualcuno arrabbiato, ci sarà una sana scazzottata e poi si appianerà tutto, vedrai. Almeno, ai vecchi tempi succedeva così.-

 

 

4.

 

           

            Ammettiamolo, la ragazza è un bel tipino. Certo ci sarebbero alcune cose da dire su di lei: innanzitutto è più anziana di te di, vogliamo dire dieci anni? Beh questo non sarebbe un problema, forse, se non fosse per altre cose: è stata la ragazza di Rogers, anche se non riesci proprio a capire cosa ci trovasse in lei, a parte le cose evidenti, ovvio; poi, se era davvero lei, ha cercato di ucciderti nei panni di Snapdragon e fatti del genere hanno una certa influenza nel renderti o meno antipatica una persona; infine, il suo nuovo costume e nome di battaglia ti mettono a disagio. Tuo nonno ha combattuto al fianco della vera Miss America sia quando lui era ancora il Patriota ed entrambi erano membri della Legione della Libertà, sia dopo la Guerra, come membri della Squadra dei Vincitori. Ricordi le storie che ti narrava da bambino e credi che questa ragazza sia stata, beh diciamo irrispettosa nell’assumere quell’alias e glielo fai pesare. Naturalmente, influisce anche il suo atteggiamento nei tuoi confronti, decisamente di diffidenza e forse, risentimento.

            La prima cosa che ti ha detto quando ti ha visto è stata:

-E così tu saresti il ragazzino che ha preso il posto del vero Capitan America eh?-

            Non nascondi la tua irritazione mentre le rispondi:

-Ascolta, parliamoci chiaro, amica, io sono Capitan America e se la cosa non ti piace sono affari tuoi, a me non interessa. Mi hanno chiesto di tenerti d’occhio e lo farò, ma non deve piacermi.-

-Tenermi d’occhio! Sciocchezze, ho sempre saputo cavarmela da sola.-

-Certo, certo. Ho letto il tuo dossier Miss Leighton. Hai avuto una vita difficile, te lo concedo e forse potrei scusare il fatto che ti sei data al crimine, ma cos’hai fatto quando ti è stata data la chance di cambiare vita? Hai ucciso una tua nemica e...-

-Lei… lei aveva tentato di uccidermi.- replica la ragazza.

-Ok, posso concedertelo, ma dopo cos’hai fatto? Ti sei sbarazzata del cadavere, hai tenuto tutto per te, hai mentito all’uomo di cui eri compagna, un uomo moralmente molto migliore di te e che non ti ha abbandonato per questo quando ha saputo la verità e tu cosa hai fatto? Non solo non hai affrontato le conseguenze dei tuoi atti, ma sei scappata unendoti ad una sua nemica.-

-Tu non capisci, non puoi capire… dovevo farlo.-

-Per salvargli la vita? Conosco la storia ed immagino che tu l’abbia considerato un nobile sacrificio. Beh, non la bevo. Se vuoi che ti dica come la penso, tu sei sempre pronta a prendere la via più facile. Pensi che sia divertente, vero? Unirti ad un gruppo giocare alla supereroina con il nome di una vera eroina, una che ha davvero combattuto per ciò in cui credeva, che non è mai scappata dinanzi alle sue responsabilità. Perché è questo che farai tu un giorno o l’altro, ci scommetto e disonorerai la memoria della vera Miss America.-

-Non darti tutte queste arie da santarellino solo perché vesti l’uniforme amico. Io amavo il vero capitan America e non passa giorno che non lo ricordo. Quando ho saputo della sua morte[7] io… ma perché perdo tempo a parlarti, non mi starai mai a sentire.-

La discussione potrebbe proseguire a lungo se La communicard di Cap non suonasse.

-Cosa c’è Wasp?-

<<Pensavo ti interessasse sapere che il tuo vecchio amico U.S.Agent sta combattendo col Super Patriota a Midtown. Noi ci stiamo già preparando ad intervenire.>>

-No Wasp.- rispondi –Se non ti spiace, preferirei pensarci da solo… con… Miss America.-

<<Come preferisci Capitano, datti da fare, allora.>>

            La trasmissione viene chiusa e tu ti rivolgi alla tua alleata:

-Dunque, diamoci da fare. Vieni.-

 

            Sezione S.H.I.E.L.D. di Richmond, Virginia. Il Dirigente in Comando della Sezione, Supervisore Sharon Carter è nel suo ufficio, intenta ad organizzare il suo lavoro. Per quanto la sua vita non sia priva di eventi traumatici, ultimamente è avvenuto qualcosa che potrebbe aver davvero spezzato il suo spirito. Durante la recente crisi infernale un gruppo di demoni ha abusato ripetutamente di lei. Quando la crisi passò, la ritrovarono rannicchiata in posizione fetale, nuda e ricoperta del suo stesso sangue ormai secco, per tacere di altro. Le ferite del corpo guarirono in fretta, le analisi mediche non evidenziarono indesiderate conseguenze per la sua salute. Nei giorni successivi Sharon rimase catatonica, incapace di comunicare col mondo esterno, poi, un po’ alla volta, riprese a muoversi e ad accettare il nutrimento che le veniva offerto. Solo dopo diverse settimane riprese a parlare, ma non accennò mai agli eventi che aveva vissuto. Nick Fury decise di rimuoverla dagli incarichi sul campo e la destinò alla direzione della Sezione della Virginia, cosa che, sebbene sembrasse non importarle, comportò una promozione ed un aumento di stipendio. Forse Fury sperava che nel suo Stato natale Sharon potesse ritrovare un equilibrio, ma non sembra essere stata una strategia vincente.

L’agente di fronte a lei le porge un foglio e le dice qualcosa. Sharon non sembra ascoltare, è come se la sua mente fosse altrove.-

-Mi scusi Supervisore, va tutto bene?- chiede l’agente.

            Sharon lo guarda come se si fosse accorta di lui solo ora.

-Certo.- risponde secca

            In quel momento, la porta si apre e compare la testa piena di riccioli neri di una giovane donna con gli occhiali.

-Oh, scusate.- dice –Speravo di parlare un po’ con te Sharon.-

            La dottoressa Andrea Sterman, un’altra delle geniali idee di Fury. Una psicologa a contratto che deve esaminarla periodicamente. Immagina che debba valutarla e Sharon sa che se la valutazione sarà negativa, la sua carriera sarà finita Vorrebbe che la cosa le procurasse delle emozioni, ma le sembra quasi che stia accadendo ad un’altra. Sarà, comunque meglio che le parli.

-Entri pure dottoressa Sterman.- le dice, poi si rivolge all’agente -Lei vada Reynolds … e quando la dottoressa Sterman sarà uscita, voglio qui il Responsabile della Sicurezza e la mia segretaria. Non è possibile che un civile estraneo arrivi al mio ufficio senza essere annunciato, Ho detto: vada Reynolds, si muova.-

Andrea Sterman si siede, accavalla le gambe e sorride, forse un po’ nervosamente.

-Ho scelto una giornata impegnativa, Sharon?- chiede.

-Non ci sono giornate buone Dottoressa.- è la secca risposta dell’altra donna..

            Andrea riflette sul fatto che forse per la prima volta Sharon carter può aver fatto un commento alla sua situazione.Se fosse così, sarebbe l’unico passo avanti in settimane di terapia e non sa dire se è incoraggiante.

 

            Un tempo, il suo nome era Sean Clinton McIntyre ed era sergente dell’Esercito degli Stati Uniti.ed anche un uomo violento. Uccise un suo superiore durante una discussione e fu condannato a morte.  Alcuni pezzi grossi gli offrirono un’alternativa all'esecuzione: sottoporsi ad un esperimento segreto chiamato Progetto Rinascita. Era il 1940, anno in cui le nubi della guerra in Europa si addensavano minacciose anche sopra gli Stati Uniti ed il Governo aveva deciso di sponsorizzare un trattamento fatto di sostanze chimiche e non meglio specificate radiazioni, il cui scopo era portare il fisico umano al suo massimo potenziale. Tra i candidati fu prescelto il gracile e malaticcio Steve Rogers, ma alcuni nell’Esercito pensavano che non fosse l’uomo adatto e preferirono testare il preparato su un soggetto di loro gradimento: il sergente McIntyre, appunto. Qualcosa non funzionò a dovere, però, il siero somministratogli era un prototipo instabile ed ebbe inaspettati effetti collaterali: pochi attimi dopo averlo bevuto. McIntyre ebbe un collasso cardiocircolatorio ed apparentemente morì. Apparentemente, perché come si sarebbe scoperto oltre 60 anni più tardi, in realtà era solo caduto in uno stato di animazione sospesa in cui tutte le funzioni vitali erano ridotte in misura quasi prossima allo zero. I responsabili fecero immediatamente sparire il suo corpo e l’intero incidente fu dimenticato… almeno finché gli agenti dell’A.I.M. recuperarono il corpo, apparentemente non invecchiato di un giorno e riuscirono a ripristinare le sue funzioni vitali. McIntyre fu fornito di un costume simile a quello di Capitan America e di uno scudo simile a quello triangolare originariamente usato da quest’ultimo e gli fu dato il nome di un eroe in costume attivo durante la Seconda Guerra Mondiale: il Maggiore Libertà. Quando scoprì di essere stato ingannato dall’A.I.M. e dal Teschio Rosso, il Maggiore si ribellò loro. Ora, uomo fuori dal suo tempo, cercando di adattarsi ad un mondo irriconoscibile rispetto a quello in cui è nato, Sean Clinton McIntyre percorre in lungo ed in largo l’America alla ricerca dei rifugi dell’A.I.M., deciso a riscattare i suoi errori passati.

            Il posto è Philadelphia, Pennsylvania. Fu qui che fu proclamata l’indipendenza delle 13 Colonie Unite dalla Gran Bretagna; è qui che è custodito un simbolo della nazione: la Campana della Libertà ed è sempre qui che troviamo il nostro ex sergente McIntyre, mentre termina di consumare un frugale pranzo in un piccolo diner. Negli ultimi tempi ha tenuto un basso profilo, ma prima o poi ritroverà le tracce dell’A.I.M. e terminerà quello che ha cominciato, pensa. Non può sapere che l’A.I.M. lo sta già sorvegliando.

-Il soggetto McIntyre è stato individuato Signore.- dice un Agente dell’A.I.M. nella consueta uniforme, anche se il colore non è il solito giallo, ma un blu intenso.

-Molto bene.- risponde una figura fuori campo –Sapete cosa fare, prendetelo!-

            Gli attori sono ai loro posti ed ora la rappresentazione comincia.

 

 

FINE PRIMA PARTE

 

 

Sam Wilson in

 

MR. WILSON VA AD ALBANY

(O: il Distinto Gentiluomo di Harlem)

 

 

            La Capitale dello Stato di New York non è, come molti erroneamente pensano, la città omonima, ma la relativamente piccola città di Albany, più a nord. Il Campidoglio di Albany è l’edificio in cui hanno sede: l’Assemblea di Stato, ovvero la Camera Bassa, composta da 150 rappresentanti ed il Senato, composto da 62 membri.  Uno di questi membri, è il neoletto Senatore del 30° Distretto senatoriale, che comprende la zona di New York City nota Harlem. Il suo nome è Samuel T. Wilson. Lo si può definire un novellino della politica, ma quello che gli manca in esperienza può supplirlo con l’entusiasmo, se riuscirà a mantenerlo dopo il primo giorno, s’intende.

           

            Ore 9:14. Mentre pronuncia le parole del giuramento con cui entra ufficialmente in carica come Senatore dello Stato di New York, Sam Wilson non può fare a meno di chiedersi se sarà all’altezza del compito. Buffo, però, non ha mai avuto problemi a combattere, nei panni di Falcon, gente come il Teschio Rosso o addirittura il demone Chthon e non si è mai sentito nervoso come ora. Finito di giurare getta uno sguardo verso le persone che l’hanno accompagnato: sua sorella Sarah Casper col figlio Joy, il Reverendo Garcia, successore di suo padre come punto di riferimento spirituale del suo quartiere e Leila Taylor, ex amante ed attualmente sua manager elettorale.

-Sono così felice per te, Sam.- gli dice Sarah –Papà sarebbe così fiero di te se fosse qui.

-Tu dici? Io lo spero.- il ricordo di suo padre gli riporta sensazioni piacevoli e dolorose al tempo stesso. Il Reverendo Paul Wilson era un pastore Battista dello stesso stampo di un Martin Luther King e fu proprio questo che lo portò ad essere assassinato mentre cercava di impedire uno scontro tra bande. Ripensandoci questo rende decisamente strana la sua amicizia con un militare di carriera come il Generale Ryker, ma questi sono quesiti per un altro momento,[8] ora deve pensare ad altro.

-Ora penso che dovrei andare al mio ufficio… qualcuno sa dove si trova?- chiede.

 

            Ore 9:47. Finalmente il gruppetto ha raggiunto l’ufficio di Sam nel palazzo di fianco al Campidoglio chiamato Legislative Office Building. Appena vi entrano, ci trovano quattro persone di cui tre sono nere ed una di loro si volge sorridendo verso di lui: è una donna di circa 22 o 25 anni, dalla pelle color ambra e due profondi occhi neri. Indossa una camicetta bianca e una gonna scura e gli porge la mano dicendo.

-Il Senatore Wilson, giusto?-

-Ehm, si.- risponde Sam stringendogliela istintivamente –Mi scusi, ma non sono ancora abituato a farmi chiamare così miss…-

-Abby Lawrence.- risponde lei –Svolgevo le funzioni di segretaria per il Senatore Jessup quando… beh lo sa, no?-

            Si riferisce al fatto che il predecessore di Sam si era ucciso prima di essere arrestato per corruzione e connessioni col Crimine organizzato. Sam fa un cenno d’assenso col capo e la ragazza prosegue:

-Immagino che vorrà fare molti cambiamenti nello staff, ma del resto non siamo preoccupati. Sa siamo quasi tutti stagisti ed avremmo comunque terminato a fine sessione.-

-Uhm. Mi lasci il tempo per ambientarmi Miss Lawrence, per il momento potete rimanere tutti.- risponde Sam

-Bene. In attesa del suo arrivo, mi sono permessa di stilare un calendario dei suoi appuntamenti: per primi deve vedere il Presidente Temporaneo del Senato ed il Leader della Minoranza per la nomina nelle Commissioni Permanenti, poi…-

            Si comincia sul serio, pensa Sam

 

            Ore 11:58. Due ore di colloquio con i Leader del Senato e ne è uscito con la nomina a membro di almeno sette Commissioni. La più importante, almeno per lui, quella sui Servizi Sociali. Come assistente sociale si è lamentato spesso dell’inadeguatezza legislativa , ora almeno ha la possibilità di farci qualcosa. Tornato nel suo ufficio Sam vi trova un biglietto di Leila. Ha dovuto lasciare Albany per impegni di famiglia, si farà viva presto. Peccato, sperava di pranzare con lei. Famiglia. Da quando gli ha rivelato di essere sposata con un Senatore degli Stati Uniti, nonché famoso leader afroamericano radicale, e di essere madre di due gemelle, Leila non ha più parlato della sua famiglia e del suo matrimonio, chissà perché. Oh beh, avranno modo di riparlarne. Dopotutto Leila deve organizzare la sua rielezione all’elezione generale tra pochi mesi. Buffo, è appena stato eletto ed eccolo di nuovo in campagna elettorale. Beh, lasciamo perdere e vediamo cosa lo aspetta adesso,

 

            Ore 14:45. Appena arrivato nella Sala Riunioni. Sam viene presentato dal Presidente della Commissione Servizi Sociali agli altri sei membri, quattro repubblicani e due democratici come lui. Si siede accanto al membro anziano di Minoranza.

-Ho sentito che era un assistente sociale prima dell’elezione.- gli dice questi –Ci potrà far comodo la sua esperienza qui dentro.-

-Beh io me lo auguro.- risponde Sam. Prima che possa dire altro, il Presidente da inizio alla seduta.

-I primi punti all’ordine del giorno sono: le proposte di utilizzo degli stanziamenti per i Servizi Sociali e le nuove nomine sottoposteci da Governatore . Do la parola al Senatore Johnson, che la richiede.-

.-La ringrazio signor Presidente. Sarò breve colleghi senatori…-

            Sarà una lunga seduta, pensa Sam.

 

            Ore 17:32. Tornato nel suo ufficio Sam spererebbe di rilassarsi, ma Abby Lawrence si fa subito viva:

-Volevo ricordarle che ci sono i rappresentanti delle Lobbies che aspettano di essere ricevuti.-

-I... cosa?-

-Beh, vediamo: c’è l’associazione dei Costruttori Edili per quel progetto di rinnovamento urbano; la Consolidated Edison, immagino vogliano parlare di quel progetto per una nuova centrale, e poi abbiamo il rappresentante dell’associazione Genitori per…-

            Non ne uscirò mai più, pensa Sam

 

            Ore 19:45. La giornata sembra finalmente finita, ma l’ultimo treno è irrimediabilmente partito.

-Serve un passaggio, Senatore?- dice una voce ironica.

            Sam si ritrova davanti sua sorella e suo nipote.

-Uh ero convinto che foste già partiti.- dice –Vi ho perso di vista dopo aver parlato con…-

-Abbiamo pensato che avessi troppo da fare, così siamo andati in giro per la città.-

-Uh, avrei voluto farlo anch'io, ma non sono riuscito a far di meglio che passare da un ufficio all’altro e parlare, parlare, parlare…. Vi siete divertiti?-

-Una noia mortale.- risponde Jody –E tu?-

-Ho sola cosa da dirti: se dovessi scegliere tra il Teschio Rosso ed il rappresentante dei costruttori, sceglierei il Teschio Rosso, almeno con lui so che sta cercando di fregarmi. Ma non parliamo di questo. Qualcuno ha voglia cenare prima di tornare a casa?-

-Offri tu?- chiede Sarah.-

-Ma certo, ne dubiti?-

-Sai com’è… quando eri un ragazzino mi scroccavi sempre tutti i panini.-

            Fine del primo giorno.

 

 

FINE

 

 

NOTE DELL’AUTORE

 

 

            Ecco terminato un episodio che è sostanzialmente il prologo a quanto vedremo nel prossimo futuro. Ed ora un po’ di note.

1)    L’originale Impero Segreto era uno dei livelli di cui era costituita l’organizzazione che faceva capo all’Hydra, così come l’A.I.M. Esso fu sconfitto dagli sforzi combinati (per quanto inconsapevoli dell’Agente dello S.H.I.E.L.D. Gabriel Jones, che vi si era infiltrato nei panni, anzi nella tunica, del N° 9 della suddetta organizzazione e di Hulk, che sventò un paio di loro attacchi ad una superarma e causò indirettamente la morte del misterioso N° 1 (Tanto misterioso che a tutt’oggi non sappiamo chi ci fosse sotto il suo cappuccio -_^). Da allora ci sono state varie versioni dell’Impero Segreto, la più famosa delle quali è quella con cui si scontrò Capitan America (Captain America Vol 1° #169/175 pubblicati in Italia su Capitan America, Corno, #81/87), la più recente è stata debellata in Difensori MIT #31. Questa nuova versione sarà molto più subdola delle precedenti, in fondo è un Impero Segreto ed agirà come tale -_^

2)    Forse non molti sanno che Miss America, alias Madeline Joyce era un’eroina della Seconda Guerra Mondiale, membro della Legione della Libertà e poi, dopo la Guerra, della Squadra dei Vincitori. Nel 1949 si sposò con il compagno di squadra Trottola, alias Robert Frank. Ebbero un figlio, Robert Frank Jr, attualmente noto come Nuklo. Di recente l’alias di Miss America è strato assunto da Rachel Leighton, già nota come Diamante e quello di Trottola da Delroy Garrett, ex Triathlon. Qualcuno pensa che Nuklo ed il resto del Battaglione V potrebbero avere da dire la loro sui nuovi Miss America e Trottola? Siete molto perspicaci. Novità al riguardo sin dal prossimo episodio.

3)    Il Super Patriota (il Quarto con questo nome, se non sbaglio) è un vero e proprio enigma. Di lui sappiamo solo si proclama autentico rappresentante dell’americanesimo e che le sue idee ed i suoi metodi fanno sembrare U.S.Agent un paladino delle libertà civili. Non lo abbiamo visto per molto tempo, ma presto il velo sui suoi misteri inizierà a sollevarsi… forse.

4)    S’infittisce il mistero sulla sparizione di Roberta Mace. Già nel prossimo episodio nuove rivelazioni ed un imprevisto colpo di scena.

5)    L’ultima storia, il cui titolo è un omaggio ad uno storico film di Frank Capra, ci serve per introdurre Sam Wilson alias Falcon nel mondo ambiguo della politica. Il ruolo di Sam come Senatore di Stato e come questo influenzerà la sua carriera di supereroe e la sua vita privata, lo vedremo, ovviamente, nei prossimi episodi.

Nel prossimo episodio. Apparentemente sembra tutto facile: U.S.Agent si batte col Superpatriota e Cap e Miss America intervengono per sedare la rissa, ma cosa c’entra questo con Spirito Libero e il Maggiore Vittoria? E quale sarà il destino di Roberta Mace? C’è un solo modo per saperlo de sapete qual è. -_^

 

 

Carlo



[1] Di cui sarete certo al corrente, se avete letto gli ultimi episodi dei Vendicatori.

 [2] Nell’episodio #10

[3] In Capitan America #23

[4] E’ accaduto in Capitan America #5

[5] Vedi “Il protocollo0 Superia” in Cap #9/10 e New Warriors #5

[6] Delroy Garrett, l’ex Triathlon, ora la Trottola.

[7] Ovviamente, Rachel sa quello che sanno quasi tutti e cioè che Capitan America è morto nell’esplosione dell’Eliveicolo e che ora è sepolto ad Arlington.

[8] Ed anche per un'altra serie, vi consiglio, infatti, di seguire i Vendicatori per saperne di più (Un Carlo pubblicitario. -_^)